BIOQUANTICA

Scienza esatta…forse…

Cos’è la Bioquantica?

Leggendo una relazione preparata da Alessandro Martinelli per il suo intervento in occasione della prossima riunione all’interno del progetto EgoCreanet, mi viene voglia di scrivere un articolo e condividere (o forse più di uno, perché gli spunti sono davvero tanti).

Il tema di questo incontro è la di ‘Bioquantica’ e si incontra subito una difficoltà: qual è il contenitore adatto a contenere questo neologismo scientifico e tutto il suo bagaglio filosofico, matematico e fisiologico che rappresenta.

Il contenitore ‘scienza’,  di fatto presenta dei limiti: esso rappresenta tutta una serie di esperimenti effettuati da diversi soggetti in tempi e luoghi differenti e che portano a conclusioni simili, con un gap differenziale del 10-20%. Ciò significa che le teorie scientifiche si ritengono valide quando le stesse sono riproducibili al 85-90%. Scopriamo così che DI CERTO NON C’E’ PROPRIO NULLA!

E poi c’è da dire che la fisica quantistica non ci sta in contenitori rigidi; parlare di energie fluttuanti, di interazioni tra soggetto ed oggetto, tra l’uomo e  ambiente (anzi, tra la cellula e l’ambiente circostante), oggi è realtà.

Biofotoni e l’agopuntura cinese

Biofotoni

Albert Fritz Popp, nel definire i ‘biofotoni’, descrive proprio questa comunicazione, o meglio, parla di una trasmissione di dati dalla cellula verso l’esterno e dall’esterno verso la cellula. Il tutto grazie alla presenza nel corpo umano di grandi quantità di energie, ovvero di campi elettromagnetici che già il biologo Gyorgyi nel 1937 aveva compreso fossero fondamentali componenti della materia vivente. Il nostro corpo, insomma, è una centrale elettrica enorme ed emette biofotoni dal dna. E, udite, udite, da quali parti del corpo vengono emessi questi biofotoni? Avete presente i punti di agopuntura? Ebbene, in corrispondenza di questi punti si registra un’emissione maggiore di biofotoni! Tutto ciò potrebbe anche essere la spiegazione ‘scientifica’ dell’aura  che qualcuno riesce a vedere intorno ai corpi; e il fatto che si presenti in differenti colori, pare sia dovuto alla diversa frequenza di emissione dei biofotoni, conseguenza del personale stato di benessere di ciascuno.

Davvero tanta roba, vero?

Si parla anche di un altro tema nella ricerca: il campo energetico del cuore. Ma l’argomento merita uno spazio dedicato perché fa riferimento a recenti ricerche nel mondo della biologia e ad un nuovo modo di concepire la comunicazione tra i corpi. Tutto ciò merita una seconda puntata…

Intanto, se vi va di approfondire, cliccate qui per leggere la ricerca in versione integrale.

A presto!

Barbara Moschetti

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